Cresce anche a luglio il mercato italiano dell’auto nuova, grazie 124.806 immatricolazioni, ossia il 4,7 per cento in più dello stesso mese targato 2023, che però aveva due giorni lavorativi in più.
Mediamente per le auto di seconda mano gli italiani hanno messo sul tavolo 16.000 euro, 3mila in meno rispetto alla fine del 2023. Una somma, comunque, allineata all’andamento dei prezzi medi, scesi del -4,3 per cento su gennaio-giugno 2023 ma ancora superiori di poco meno del 40 per cento sul 2019...
Incredibile sì, ma fino a un certo punto, visto che il mercato delle vetture sportive o sportiveggianti è ormai ridotto al lumicino e la produzione automobilistica tedesca – principale mercato di sbocco di questo componentista – soffre a causa delle decisioni europee in tema di transizione ecologica.
Pubblicata da Unrae la 27° edizione della Sintesi Statistica, un’istantanea del comparto automotive italiano. A fine 2023, il parco circolante era composto da 40 milioni di autovetture, circa 4,4 milioni di veicoli commerciali leggeri, da 740.000 veicoli industriali e da 62.300 autobus
Aumenta, in Italia, la spesa per l’acquisto e la gestione degli autoveicoli in genere, tra vetture, commerciali, industriali e bus, visto che si è passati da 208.612 milioni di euro del 2022 ai 230.624 dello scorso anno, con un aumento quindi del 10,6 per cento.
Due italiani su tre non possono spendere più di 20 mila euro per acquistare un’auto nuova, il 14 per cento ha a disposizione non più di 10 mila euro. Lo rivela l’ultimo approfondimento dedicato all’auto dall’Osservatorio Findomestic che sottolinea anche come solamente il 7 per cento degli automobilisti stia pensando di cambiare auto entro il 2024.
Dallo scorso 7 luglio 2024 tutte le vetture di nuova immatricolazione devono rispettare il Regolamento UE 2019/2144 o General Safety Regulation 2 (GSR 2). L’obiettivo è chiaro: dimezzare nell’Unione gli incidenti stradali e i decessi a essi collegati entro il 2030 .
Chiude bene giugno per il mercato italiano dell’auto nuova, grazie a 160.046 immatricolazioni, ossia il 15 per cento in più di un anno fa. Un rialzo a doppia cifra, quello di giugno, che deve ovviamente molto agli ecoincentivi.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiano (Agcm) ha comminato alla Dr Automobiles con sede a Isernia una sanzione di sei milioni di euro. L’accusa è che, nelle proprie comunicazioni commerciali, l’azienda facente capo a Massimo Di Risio avrebbe indicato in modo ingannevole l’Italia anziché la Cina come luogo di produzione delle vetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo.
Emerge chiaramente come oggi nelle principali città italiane non vi sia un’offerta adeguata di strutture di sosta. Per correggere questo squilibrio l’Osservatorio AIPARK calcola che sarebbe necessario aggiungere a quelli esistenti, oltre 670.000 posti (su strada o in struttura), corrispondenti a una fila ininterrotta di automobili lunga 3.000 km, pari alla distanza tra Roma e Mosca.
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