6/01/2019 – Alla fine non ce l’ha fatta. Il mercato italiano dell’auto non è riuscito nel colpo di reni in extremis e deve purtroppo chiudere col segno meno.
S’abbassa la saracinesca 2018 delle concessionarie con 1.910.025 autovetture immatricolate, ossia 61.320 pezzi in meno del 2017, un calo pari al 3,11 per cento: mica noccioline. Ciò nonostante dicembre avesse fatto segnare una crescita dell’1,96 per cento, segno quindi che il danno era già stato fatto e che nel 2018 s’è interrotta la ripresa della domanda di autovetture dopo il drastico calo che aveva portato le immatricolazioni nel 2013 a quota 1.304.648, cioè quasi a metà del livello ante crisi 2007.
Ora c’è l’incognita Ecotassa 2019, o bonus-malus o come volete chiamarla. Un pastrocchio all’italiana che, nelle intenzioni, vorrebbe stimolare l’introduzione sul mercato di veicoli meno impattanti sull’ambiente, ma che de facto potrebbe condurre a un ulteriore invecchiamento del parco circolante, visto che per beneficiare appieno delle sovvenzioni governative occorre acquistare una vettura medio-piccola elettrica a batteria, dando dentro un ‘vecchio rottame’.
Ossia, un utente mediamente squattrinato, che guida oggi una vettura di 15-20 anni senza valore alcuno, dovrebbe preventivare almeno 30 mila euro di spesa e mettere in conto che col nuovo mezzo (ammesso che riesca a comprarlo) non potrà fare ciò che faceva con quello vecchio.
Ai posteri l’ardua sentenza.
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