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Automotive in crisi di materie prime

14/02/2021 - Difficoltà di approvvigionamento per la filiera automotive. Scarseggiano infatti materiali in acciaio, materie prime plastiche e microprocessori per le componenti elettroniche dei veicoli. Per acciaio e materie prime plastiche c’è anche da rilevare, già da inizio anno, un forte rincaro che ha colpito - nel primo caso - prodotti piani e laminati, nonché Abs, poliammide (6 e 66) e polipropilene – nel secondo -.

Quanto ai microprocessori, la penuria ha costretto diversi produttori di autoveicoli e fornitori al fermo produttivo di alcuni stabilimenti europei e, se ciò dovesse perdurare, il rischio d’un impatto negativo sulla filiera automotive europea in termini occupazionali sarebbe molto alto e andrebbe a sommarsi ai problemi già indotti dalla pandemia.

Ma anche la scarsità d’acciaio preoccupa, tanto che potrebbe far slittare le consegne di vetture ai clienti finali, triplicandone i tempi d’attesa. Tra le ipotetiche cause alla base di questa tendenza, c’è l’assorbimento di grossa parte delle disponibilità mondiali di materie prime da parte della Cina, che sta accumulando scorte prima delle chiusure del loro capodanno. C’è chi dà la colpa anche alla indisponibilità di container, rastrellati sempre dalla Cina, che non consentirebbe ad altre imprese del Far East di spedire le merci in Occidente.

C’è poi la questione dell’acciaio di produzione europea, il cui prezzo -tra giugno 2020 e gennaio 2021 – è aumentato di oltre 300 euro la tonnellata, con previsioni che non sembrano in diminuzione. Dopo lo shock della crisi Covid, i maggiori produttori UE hanno riavviato molto lentamente e in ritardo la produzione, arrivando a tempi di consegna incompatibili con la programmazione del settore automotive.

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