Un piano corposo quello Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che vale qualcosa come 248 miliardi di euro, ma che non soddisfa tutti i comparti dell’economia messi a dura prova dall’emergenza economica e sanitaria.
Nonostante il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili sia il primo per investimenti con 62 miliardi complessivi, ben 47 miliardi in più rispetto alla legislazione vigente, l’automotive è uno dei grandi esclusi come ha sottolineato Michele Crisci, presidente di Unrae.
Il PNRR è un’occasione importante per riformare e rilanciare l’economia e l’occupazione; stupisce molto che non ci sia stata adeguata attenzione per il settore automotive che ha un peso preponderante nella mobilità di persone e merci e che rappresenta il comparto produttivo più impegnato nella ricerca e negli investimenti per la transizione ecologica.
Le misure indicate dal piano sarebbero nel complesso condivisibili ma non bastano. Grande assente nel PNRR è, per esempio, il parco circolante: un malato cronico e grave, tra i più vetusti d’Europa in tutti i suoi comparti che è difficile sostituire in tempi brevi ma è necessario e urgente incentivarne la sostituzione con nuovi veicoli più ecologici.
Il Governo – come ha ricordato Michele Crisci – dovrà a questo punto trovare gli strumenti normativi adatti per le misure sull’automotive che non hanno trovato spazio nel PNRR. Tutta la filiera auspica l’istituzione di un Tavolo Automotive volto a individuare le migliori soluzioni per includere in modo strategico il settore.
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