Finisce così a meno 0,5 per cento l’annata 2024 dell’auto nuova in Italia. Un magro risultato, da appena 1.558.704 unità immatricolate, circa 8mila in meno del 2023, che già non era stato un granché, e sotto di quasi 20 punti percentuali rispetto all’ultimo anno prepandemico. Colpa anche di dicembre, che chiude il 2024 con il quinto calo mensile consecutivo: meno 4,9 per cento. Ma colpa anche delle incertezze sul futuro delle varie motorizzazioni, con l’elettrico ormai fermo al palo.

Schietto Roberto Vavassori, Presidente di Anfia, che ha voluto sottolineare come ci sia un divario enorme tra i veicoli venduti e quelli prodotti a livello nazionale. ”Ci aspettiamo un 2025 ancora difficile e incerto su entrambi i fronti, mercato e produzione, mentre l’attesa per il 2026, anche grazie ai risultati del Tavolo sviluppo automotive al Mimit, è di ridurre finalmente questo divario, tra un mercato che vogliamo torni a essere tonico e una produzione che dovrà soddisfare in maggior grado le richieste del mercato stesso, con veicoli e componenti prodotti in Italia”, ha chiosato Vavassori a margine della pubblicazione dei risultati.

Numeri che vedono le immatricolazioni 2024 di auto a benzina aumentare dell’1,9 per cento e quelle delle diesel calare del 21,4, rispettivamente con quote di mercato del 29,2 e del 13,8 per cento. Quanto alle ibride non ricaricabili (mild e full), chiudono l’anno con una crescita del 10,1 per cento e una quota del 40, mentre quelle con la spina lasciano sul terreno il 24,4 per cento nei dodici mesi, attestandosi su un misero share di 3,3 punti percentuali: addirittura peggio delle elettriche pure, le quali perdono solo un punticino, arrivando così a toccare il 4,2 per cento dell’immatricolato totale. Ritorno di fiamma infine per le vetture a gas (quasi tutte Gpl), che in totale (metano comprese) arrivano a coprire il 9,4 per cento del mercato.

Infine un rapido cenno al mercato dell’usato, dove vengono registrati 5.481.046 trasferimenti di proprietà in Italia nel 2024, confermandosi così in crescita del 6,5 per cento rispetto a un anno fa.