In salita il ritorno del redivivo Salone Internazionale di Ginevra, in Svizzera. Una kermesse dal flair unico, con una lunga storia, interrotta tragicamente nel 2020 a causa del Covid e che dovrebbe tornare dal 26 febbraio al 3 marzo del prossimo anno sempre sulle rive del lago Lemano. Il condizionale però sta diventando sempre più d’obbligo, soprattutto dopo le numerose defezioni. L’ultima – in ordine di tempo - è quella del gruppo Stellantis (Fiat, Psa, Opel e addentellati), che ha confermato che non parteciperà al Salone.  Un ‘niet’ che segue di poco l’annuncio di due altri loro forfait, al Salone dell’auto di Los Angeles (Usa) e al Consumer Electronics Show di Las Vegas (Usa), ma soprattutto la conferma dell’assenza dall’expo elvetica di tutti i marchi tedeschi: Bmw, Mercedes-Benz e Volkswagen, coi relativi brand satelliti (Mini per Bmw; Audi, Bentley, Cupra, Lamborghini, Porsche, Seat e Skoda per la Casa di Wolfsburg).

A oggi, quindi, l’unico gruppo che ha detto sì a livello europeo è Renault. L’amministratore delegato della Régie Luca De Meo, ha chiarito “che il proprio obiettivo è quello di garantire che questi spettacoli siano una vera celebrazione dell'auto e contribuiscano a innalzare ancora la reputazione dell'industria automobilistica europea".

Assenti anche i due marchi coreani Hyundai e Kia, è possibile quindi che il primo Salone di Ginevra post-pandemia si trasformi in un’immensa vetrina solo per i costruttori cinesi, presenti in massa e alla ricerca di ribalte prestigiose. Triste a dirsi, ma sono ormai proprio gli investimenti delle Case cinesi a mantenere in vita – seppur in stato semicomatoso - gli eventi fieristici legati alle quattro ruote in Europa. Al momento, sono comunque una quarantina i brand provenienti da tutto il mondo che hanno confermato la propria presenza, versando la ‘caparra’.