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Eppure si muove

Non decollano, come abbiamo più volte ricordato, in Italia le auto elettriche, ma le prospettive degli operatori, sono ottimiste: l’ampliamento dell’offerta che tra l’altro presenta un miglioramento in termini di prestazioni e la crescita dell’infrastruttura di ricarica se uniti a un quadro di incentivi renderebbero possibile l’obiettivo dei 6,5 milioni di vetture Bev circolanti nel Paese entro il 2030. Lo rivela l’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy, School of Management Politecnico di Milano che ha presentato il Report 2023 che offre una chiara visione sulla mobilità elettrica a fine 2022 nel nostro Paese.

 

Partiamo dall’offerta che cresce con i modelli full-electric che segnano un +31% in particolare nel segmento A, citycar, e nell’alto di gamma. In media, i modelli lanciati nell’ultimo triennio mostrano un’autonomia superiore del 20% rispetto a quelli del triennio precedente e una notevole contrazione dei tempi di ricarica, -35%: la maggioranza è abilitata alla ricarica in DC con potenza maggiore di 75 kW, un terzo a quella ultra-fast, più di 150 kW.

 

C’è poi la questione colonnine. Nello Stivale il tasso di crescita è in linea con quello europeo: quasi 40.000 punti di ricarica ad accesso pubblico a fine 2022 (450mila in Europa), di cui l’85% ‘normal charge’ (+41% rispetto al 2021) e il resto ‘fast charge’ (+57%). I punti di ricarica ad accesso privato, a partire da quelli residenziali, hanno riscontrato un aumento addirittura più rapido (370.000, +170%, la stragrande maggioranza del campione effettua il ‘pieno di energia’ presso il proprio domicilio), trainato dal Superbonus, arrivando a superare il numero di autovetture in circolazione.

 

Sostenibilità (indicata dal 53% del campione) e incentivi economici (all’uso per il 33% e per l’acquisto per un ulteriore 30%) sono i fattori determinanti per l’acquisto di un veicolo elettrico, come dimostra l’indagine demoscopica condotta su circa 1.000 utilizzatori di auto alla spina. Al contrario, le principali barriere all’utilizzo sono la scarsa capillarità sul territorio delle stazioni di ricarica (36%), il prezzo dei veicoli, gli eccessivi tempi di ricarica (24%) e il costo stesso della ricarica. Da notare che il pesante rincaro delle materie prime ha avuto ripercussioni negative sia sui prezzi di vendita dei veicoli elettrici, sia sul costo di ricarica (tra il 5% e il 50% per quella accesso pubblico).

Nonostante ciò, la tendenza al 2030 si prospetta positiva, con una decrescita dei prezzi dei veicoli guidata soprattutto da una migliore accessibilità alle batterie agli ioni di litio.

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