Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. E quello relativo alla reale autonomia dei veicoli elettrici era uno molto atteso e riguardante probabilmente tutti i costruttori. Ad andare per prime sotto la lente d’ingrandimento dell’antitrust sono state in particolare quattro case automobilistiche: Byd, Stellantis, Tesla e Volkswagen. Le quali, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (l’Agcm appunto), potrebbero aver fornito indicazioni generiche o contraddittorie sui loro siti Internet riguardo all’autonomia effettiva dei veicoli elettrici, senza specificare chiaramente i fattori che la influenzano, come stile di guida, condizioni climatiche, utilizzo di climatizzatore o riscaldamento e tipologia di percorso. Inoltre, non sarebbero state fornite informazioni chiare sulla naturale perdita di capacità delle batterie nel tempo, né sui limiti delle garanzie offerte. L’Autorità, con il supporto del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza, ha già effettuato ispezioni presso le sedi delle aziende coinvolte per verificare la correttezza delle pratiche adottate. Le indagini mirano a garantire trasparenza e correttezza nei confronti dei consumatori, in linea con il Codice del consumo.

Stando ai test effettuati da Altroconsumo, mediamente lo scarto tra autonomia dichiarata e quella effettiva sarebbe intorno ai 100 chilometri percorribili in meno, con punte di 200 su alcuni modelli e in particolari condizioni. Anche il coté garanzie è stato attenzionato. Perché se è vero che questa viene ovviamente fornita dai costruttori, è anche vero che è sempre più spesso condizionata agli effettivi cicli di ricarica effettuati, una clausola spesse volte poco ‘visibile’ all’interno di pubblicità e contratti.