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Auto elettriche, revisioni anacronistiche

Conoscendo le problematiche specifiche dei veicoli elettrici a batteria, da tempo ci chiedevamo come fossero cambiate le revisioni ministeriali obbligatorie con l’avvento di questi automezzi. Non trovando risposte certe e inequivocabili da parte alcuna, abbiamo quindi deciso di recarci in prima persona presso uno dei centri lombardi autorizzati – nel caso uno dedicato esclusivamente alle revisioni, senza cioè officina meccanica annessa –, per capire meglio in cosa sarebbe consistita la prima revisione (quella quadriennale, per intenderci) di un’auto a batteria.

Ebbene, la sorpresa: la revisione è esattamente la stessa a quella cui vengono sottoposte le autovetture termiche, senza ovviamente la parte relativa alle emissioni. “Sì, la metodologia di revisione solita è assolutamente anacronistica nel caso delle elettriche”, ci rivela il gestore della struttura. Che ammette come lui e molti suoi colleghi abbiano fatto più volte presente al Ministero dei trasporti che servirebbero anche altri tipi di controlli sulle auto elettriche. In primis quelle sottoscocca, relative ai cablaggi in alta tensione e alla presenza di eventuale umidità all’interno dei moduli batteria. “Invece controlliamo solo l’integrità esterna del mezzo, le luci, i freni, le gomme e basta”, confessa sconsolato l’operatore.

Eppure quello degli incendi a carico delle elettriche è un problema emergente, tanto più che serve – in caso d’incendio - sei volte il liquido estinguente normalmente necessario a spegnere una termica, e la riduzione del rischio passa appunto per un controllo accurato degli accumulatori. Che invece non si fa.

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