Venerdì 28 febbraio è calato definitivamente il sipario sulla fabbrica Audi di Vorst, poco distante da Bruxelles, stante il mancato decollo delle vendite dei modelli elettrici e gli elevati costi strutturali. A metà del 2024 la produzione era già stata ridotta, con un taglio di 1.500-2.000 posti di lavoro, mentre lo scorso ottobre nessuno s’era fatto seriamente avanti – anche i soliti cinesi sono svaniti nel nulla –, quando la Casa dei quattro anelli aveva manifestato l’intenzione di dismettere lo stabilimento dove ultimamente si assemblavano i grossi Suv elettrici e-tron della famiglia Q8. Già nel 2006 questo stabilimento era stato salvato dalla chiusura, ma la recente delocalizzazione di alcune linee produttive Audi di Vorst verso il Messico ha portato stavolta alla dismissione definitiva.
La chiusura interessa circa tremila dipendenti, coi quali è stato raggiunto un accordo sindacale pluriarticolato. Tra le misure previste figurano bonus aziendali, coaching personalizzato e servizi di ricollocamento, oltre a incentivi mirati per i dipendenti con più di sessant’anni di età. Audi ha dichiarato che il pacchetto complessivo offerto supera il doppio delle indennità previste dalla normativa vigente. Certo è che si chiude un’era.
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