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E Takata va in fallimento

1/07/2017 – Ve la ricordate la vicenda della giapponese Takata? Ne scrivemmo tempo fa, riportando come i suo airbag difettosi (rischiavano d’esplodere durante la normale marcia) avessero creato non pochi grattacapi a numerosi produttori d’auto, costretti a richiami in massa dei propri veicoli.

Ora, il triste epilogo. Il produttore di airbag (e non solo di quelli) ha chiesto la procedura fallimentare in un tribunale di Tokyo, perché gli indennizzi per tale errore hanno richiesto un esborso pari a 700 milioni di dollari, portando così il ‘buco’ complessivo dell’azienda nipponica a qualcosa come oltre 8 miliardi di euro: la maggiore insolvenza mai registrata da una società del Sol Levante, che ha comportato la sua cancellazione dal listino della Borsa di Tokyo a partire da oggi.

I richiami iniziarono nel 2013 e i costi dei risarcimenti sono cresciuti così tanto da rendere impossibile una ristrutturazione del debito, visto che il Department of Transportation americano ritiene Takata responsabile di undici morti in incidenti d’auto verificati.

Così, il presidente e amministratore delegato Shigehisa Takada ha annunciato le dimissioni, mentre il ministro dell'Economia e dell'Industria giapponese Hiroshige Seko ha annunciato un piano di supporto finanziario per le piccole e medie imprese – circa centotrenta - che potrebbero risentire di questa morte ormai annunciata.

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