26/04/2016 - Le acque sono tornate calme dopo il dieselgate? Pare proprio di no. Le inchieste sulle emissioni inquinanti continuano e sotto l'occhio del ciclone ci sono tutte le case costruttrici di auto. Gli scorsi giorni ad essere oggetto di un'operazione di visita e di confisca da parte della DGCCRF (Direzione Generale della Concorrenza, dei Consumi e della Repressione delle Frodi francese) è stato il Gruppo PSA.
I vertici hanno voluto far sapere che, fiduciosi delle tecnologie adottate sui veicoli a marchio Citroën, Ds e Peugeot e certi di operare nel rispetto delle regole, sono disposti a collaborare appieno con le autorità competenti. In un comunicato stampa il Gruppo PSA ha poi voluto ricordare l'efficacia del sistema di post-trattamento BlueHDI, composto dalla Selective Catalytic Reduction (SCR) posizionata a monte del filtro attivo antiparticolato (FAP), che permette di trattare gli ossidi di azoto (NOx) emessi dai motori diesel. Una tecnologia adottata progressivamente, dalla fine del 2013, su tutti i veicoli Euro 6 del Gruppo.
PSA convinta dell'importanza della trasparenza verso il cliente da novembre 2015 pubblica i risultati dei consumi dei suoi veicoli in condizioni di utilizzo reale, derivati da un protocollo di test definito con le ONG Transport & Environment (T&E) e France Nature Environnement (FNE).
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