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L’uso improprio del pick-up

17/10/2015 - La visione costante sui notiziari di mezzo mondo dei sanguinari terroristi Isis (e non solo quelli del famigerato Califfato) a bordo di pick-up Toyota armati come incrociatori pare stia spingendo l'intelligence statunitense a indagare sulla provenienza così massiccia - oltre che costante - di tali veicoli.

Così gli investigatori si sono rivolti all'azienda nipponica, che però non ha saputo fornire spiegazioni sulle ragioni che spingano i terroristi a preferire i loro pick-up, se non quelle relative alla loro proverbiale robustezza e affidabilità.

Dietro c'è comunque pure la facilità di reperimento, grazie a una rete d'intermediari. Toyota avrebbe assicurato gli americani che si tratta sempre di veicoli di seconda o terza mano, che raggiungono le zone di guerre con giri non sempre tracciabili. In realtà, basta vedere attentamente le immagini dei telegiornali per accorgersi come talvolta le colonne di combattenti siano formate da pick-up all'apparenza nuovissimi.

L'ipotesi più probabile - condivisa anche da fonti ufficiali irachene - è che i mezzi siano acquistati nei paesi confinanti, dove agiscono commercianti con buoni contatti: ordinano alla casa madre, ricevono il carico e poi lo piazzano oltre confine. Secondo i dati ufficiali della Toyota, nel 2011 sono state vendute in Iraq circa seimila tra Hilux e Land Cruiser, diciottomila nel 2013 e tredicimila l'anno successivo, contingenti un po' esagerati per essere assorbiti dal solo mercato domestico. Parte del parco macchine è costituito poi anche dalle prede belliche, oltre che da mezzi rubati in Occidente e poi riapparsi sotto le palme.

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