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Il nuovo piange, forse per poco

Ancora in discesa libera le immatricolazioni di auto in Italia. Il sesto mese dell'anno è stato archiviato con 28.388 unità, meno 24,4 per cento sull'anno precedente. Il consuntivo del primo semestre è di 814.179 vetture, il 19,7 per cento in meno del periodo gennaio-giugno 2011 quando si era toccata quota 1.014.299 unità.

Secondo i primi dati preliminari, le auto d alimentazione alternativa rappresentano l'11,4 per cento del totale contro il 5 del primo semestre 2011 e il 16,4 del primo semestre 2010 quando erano in vigore gli incentivi statali per i modelli meno inquinanti.

"Settima flessione a due cifre consecutiva per il mercato italiano dell'auto, che si posiziona su volumi analoghi a quelli del 1980- ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di Anfia -il vuoto di domanda generato dalla recessione ha bisogno di tempo per essere colmato, e il rigore imposto dalle necessità di riordino dei conti pubblici ha richiesto e continua a richiedere notevoli sacrifici agli italiani. Tuttavia, i primi passi in direzione di una ripresa dell'economia sono stati mossi, non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo. Occorre che i provvedimenti per la crescita rimangano sempre strettamente legati a quelli per le politiche industriali, in particolare in riferimento alla semplificazione burocratica, ai costi dell'energia, all'alleggerimento e semplificazione della fiscalità, al credit crunch. Solo agendo su queste leve fondamentali sarà possibile favorire la crescita e quindi l'occupazione, facendo così ripartire la domanda e risollevando la competitività del nostro Paese. Per dare respiro al mercato auto, nel breve termine si dovrebbe puntare all'alleggerimento della fiscalità, incominciando da comparti specifici come le auto a basse emissioni e le auto aziendali, in grado di dare i primi segnali di inversione di tendenza."

Le marche nazionali hanno chiuso il primo semestre 2012 con 241.235 unità (meno 20,5 per cento). Fiat continua a detenere la leadership con una quota di mercato superiore al 20 per cento. Al secondo posto troviamo Volkswagen con l'8 per cento seguita da Ford con uno share del 7,25 per cento.